La legge di similitudine è una legge di natura
Non è, come si dice, una teoria partorita dalla mente di Hahnemann alla fine del diciottesimo secolo.
La medicina egizia (Papiro di Ebers, 1550 ac) curava già con i principi della legge di similitudine. Le malattie dell’orecchio venivano trattate con estratti di orecchio, così quelle dell’occhio e di altri organi.
Ipppocrate, nel Corpus Hippocraticum, indicava le tre metodiche per affrontare le malattie:
- Silmilia similibus curentur
- Contraria contrariis curentur
- Vis medicatrix naturae
Le lamentazioni (dolori = sintomi) saranno rimosse mediante il loro opposto.
Attraverso il simile la malattia si sviluppa e attraverso l’uso del simile la malattia si guarisce.
Quattrocento anni prima di Cristo, Ippocrate già faceva una distinzione fra sintomi e malattia e indicava i vari metodi per curare il paziente.
Paracelso (1493 – 1541) insisteva sul fatto che il rimedio doveva essere unico e personalizzato così come il dosaggio del farmaco stesso (sola dose facit venenum).
Samuel Hahnemann (1755-1843) tradusse numerosi testi scientifici in tedesco. Era il più apprezzato dell’epoca per le conoscenze in chimica e in medicina. Tradusse anche la materia medica del Cullen, medico scozzese, che era il testo di medicina più importante dell’epoca.
Durante la traduzione di questo testo ad Hahnemann parve strano un fenomeno descritto da Cullen nei minimi particolari. I raccoglitori e i coltivatori della corteccia di china presentavano dei fenomeni tipici delle manifestazioni della febbre malarica con esclusione del brivido.
Ma come è possibile che, se uno o più soggetti vengono a contatto con la radice di china (dalla quale si estrae il Chinino, farmaco indispensabile per curare i sintomi della malaria), presentino gli stessi sintomi della malaria che sono curati dalla china stessa?
Hahnemann cominciò a sperimentare su sè stesso, parenti e amici in buona salute (prooving), tutta una serie di rimedi con il compito di studiare l’eventuale manifestazione di un quadro di sintomi specifici per quella determinata sostanza.
Se un paziente in stato di buona salute assume una specifica sostanza, tutti i cambiamenti che avvengono dopo l’assunzione, sono dovuti alla sostanza stessa.
È obbligatorio fare la sperimentazione (prooving) su soggetti sani per evitare di confondere sintomi già presenti nel soggetto malato con sintomi che si manifestano dopo la somministrazione del rimedio.
Quando il soggetto è sano, è neutro, non presenta sintomi. Se gli viene dato uno stimolo energetico che agisce sulla forza vitale, va fuori equilibrio. Il sistema cerca di ritornare in equilibrio facendo uno sforzo collettivo = malattia, sintomi e segni.
Ogni rimedio omeopatico, per essere considerato tale, deve essere provato sulle persone sane.
Checché ne dicano i detrattori, non è possibile trovare nella medicina una metodica più sperimentata dell’omeopatia.
Un soggetto malato ha un quadro sintomatologico per quella determinata patologia.
Un soggetto sano ha un quadro sintomatologico determinato dalla somministrazione di quel particolare rimedio (prescritto a una determinata diluizione al di sopra del numero di Avogadro, di solito alla 30CH).
Se i sintomi si sovrappongono si può usare il rimedio del prooving per curare i sintomi del soggetto malato.
Hahnemann considera la malattia naturale come un’affezione dinamica che si manifesta attraverso un quadro sintomatico specifico sempre più debole rispetta alla malattia artificiale che si crea con la somministrazione del rimedio.
Il rimedio omeopatico ha un livello fisico, cioè di suscitazione dei sintomi, molto basso e un livello energetico molto alto.
Quando viene somministrato un rimedio omeopatico per un determinato quadro sintomatologico, questo deve avere un livello energetico più alto di quello che ha la malattia in esame, annullandola. Il più forte copre la sintomatologia del più debole perché due malattie simili non possono coesistere nello stesso organismo.
Esempio:
bambino con febbre alta, placche sulle tonsille, lingua patinata bianca, scialorrea.
Secondo la medicina ufficiale il soggetto ha una tonsillite batterica (tampone positivo allo Streptococco beta emolitico di gruppo A).
Terapia: paracetamolo e amoxicillina/acido clavulanico. I farmaci devono combattere la febbre e l’infezione batterica per far stare bene il bambino e riportarlo in una situazione di equilibrio, di salute.
- Contraria contrariis curentur
Secondo la medicina omeopatica il problema del bambino non è la tonsillite con le placche. In questo soggetto si è creato uno squilibrio. La forza vitale reagisce per ricostituire un equilibrio perduto mediante i sintomi suddetti.
L’omeopata cerca quindi un medicamento che attraverso il prooving ha determinato gli stessi sintomi nella persona sana = Mercurius solubilis.
La forza vitale del bambino sta chiedendo Mercurius
- Silmilia similibus curentur
I sintomi sono la voce urlante della forza vitale.
Quando siamo in macchina e si accende la spia della benzina vuol dire che il serbatoio è vuoto. E’ la macchina che ti chiede di riempire al più presto il serbatoio.
È inutile smontare il cruscotto e cercare di spegnere la lampadina!
Se si somministra al bambino l’antibiotico e l’antifebbrile è come cercare di spegnere la spia sul cruscotto togliendo la lampadina.
I granuli di Mercurius che vengono somministrati al bambino, sviluppano i sintomi del mercurio in una persona che, a differenza dei prooving, è malata. Due malattie simili in un soggetto non possono coesistere.
Il granulo di mercurio omeopatico sviluppa nel bambino una reazione simile a quella che sta facendo con una energia molto potente, che deve essere di poco maggiore rispetta alla patologia naturale.
Simile, ma un po’ più forte.
Ciò che ammala può guarire.
- Silmilia similibus curentur
© Liberamente tratto da lezioni scuola italiana per lo studio e la divulgazione dell’omeopatia Hahnemaniana SISDOH-Torino