Un vecchio detto di antichi saggi diceva così:
Ciò che vale dura e ciò che dura vale
La prova più evidente che l’omeopatia vale è la sua capacità di durare. Non c’è un giudice più inesorabile e imparziale del tempo.
L’agopuntura è forse la medicina più antica, praticata da più di 5000 anni. Se una medicina dura per molti anni, vuol dire che vale. Sta a noi cercare di capirne le ragioni.
Samuel Hahnemann (1755-1843), nelle sei edizioni dell’Organon, che scrisse durante tutta la sua vita, raccolse tutte le sue conoscenze e le sue esperienze per spiegare in cosa consisteva questo sistema di terapie molto complesso e molto variegato che poi radunò sotto il termine di Omeopatia, la cui definizione è: “ la medicina del simile”
Non a caso chiamò l’Organon, l’arte di guarire.
Al di là di ogni protocollo, l’omeopatia si dimostra veramente un’opera d’arte e il medico, in qualche modo, deve essere un artista in grado di riconoscere ogni paziente nella sua profonda individualità per cogliere la via di guarigione che ciascuno ha.
L’omeopatia deve ringraziare un altro personaggio storico: François Pierre Guillaume Guizot.
Verso gli anni trenta del secolo diciannovesimo Hahhnemann si trasferì a Parigi. Dato che egli preparava personalmente i propri rimedi, in Germania si era fatto molti nemici di cui i farmacisti erano la maggior parte e rappresentavano inoltre una casta molto potente. Riuscirono infatti a fare terra bruciata intorno ad Hahnemann.
Il caso vuole che fu chiamato a Parigi per curare una nobildonna affetta da tubercolosi polmonare. Hahnemann la guarì, se ne innamorò e la sposò. In poco tempo divenne molto famoso in Francia e scatenò di conseguenza le invidie dei farmacisti e dei medici parigini.
L’Accademia delle Scienze chiese all’allora ministro della sanità, François Pierre Guillaume Guizot, di vietare ufficialmente la pratica della medicina omeopatica di Hahnemann.
Il ministro rispose con queste parole:
Hahnemann è un uomo di scienza e ha grandi meriti. La scienza deve essere per tutti. Se l’omeopatia è una chimera o un sistema privo di valori, cadrà da se. Se al contrario rappresenta un progresso, si diffonderà malgrado tutte le nostre misure di conservazione e l’Accademia deve auspicare che ciò accada avendo essa la missione di far progredire la scienza e di promuovere le scoperte (1835).
Dopo 200 anni milioni di pazienti in tutto il mondo si curano con l’omeopatia, migliaia di medici studiano e cercano di capire, ancora di più, una medicina che è ancora poco conosciuta.
Come mai l’omeopatia oggi continua a essere una medicina presente nel nostro mondo, nonostante non ci siano grandi atteggiamenti favorevoli?
Una medicina sopravvive nel tempo nel momento in cui è in grado di dare risposte positive. Oltre al tempo, giudice imparziale e insindacabile, ci sono i pazienti. Se il paziente non trova risposta ai suoi problemi e alla sue domande rispetto alla salute è difficile che persista nelle cure omeopatiche. Se la medicina omeopatica non dà i risultati sperati, il paziente si rivolge a un altro professionista.
Noi omeopati siamo convinti che non abbiamo ancora le risposte a tutto ed è la sfida che in questi anni stiamo portando avanti per cercare di capire fin dove possiamo arrivare con l’omeopatia.
Perché l’omeopatica, nonostante gli anni, continua a essere una medicina presente e attuale?
Le leggi, su cui si fonda l’omeopatia, sono tre
- la legge della similitudine
- la legge delle dosi minime
- la legge di guarigione della natura
Sono leggi di natura, non sono leggi inventate.
© Liberamente tratto da lezioni scuola italiana per lo studio e la divulgazione dell’omeopatia Hahnemaniana SISDOH-Torino